Questa è una di quelle storie in cui è difficile distinguere l’allievo dal maestro: la tessitura veneziana e quella ottomana sono intrecciate tra loro quanto le trame dei tessuti esportati e importati, in un secolare viavai di scambi culturali e artistici. Ed è questo che la mostra Venezia e Istanbul: un fantastico tessuto di relazioni ha cercato di raccontare: gli otto secoli di reciproci influssi nella tessitura.

La trama della mostra

Organizzata dal 25 Novembre 2011 al 8 Gennaio 2012 nelle Scuderie Imperiali del Museo del Palazzo di Topkapı, la mostra era collocata in un luogo estremamente significativo. Il Palazzo di Topkapı conserva, infatti, il tesoro del Sultano. Un tesoro costituito anche dagli antichi tessuti imperiali, molti dei quali sono in velluti italiani, alcuni veneziani, a testimonianza dell’ammirazione dei Sultani per i tessuti pregiati italiani.

Un esame dei registri dei Kazi, i magistrati incaricati dell’applicazione delle leggi e dell’amministrazione fiscale, rivela che i tessuti veneziani ed italiani erano considerati quali beni di lusso. E, nonostante le stoffe di Bursa, capitale dell’Impero ottomano tra 1326 e 1365, fossero di qualità altrettanto raffinata, venivano loro preferite quelle d’oltremare.

Tessuti di Venezia a Istanbul

Palazzo Topkapı, sede della mostra organizzata da Museo del Palazzo di Topkapı, l’Ambasciata d’Italia ad Ankara, l’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, Bevilacqua, Unicredit, Regione Veneto e Associazione di Amicizia Italo-Turca.

I tessuti di Venezia a Istanbul

Ragion per cui, oltre ai 2 caftani in tessuto ottomano presenti nella mostra, sono qui esposti anche shalwar e caftani in velluto veneziano e uno in velluto italiano, ma con disegni ottomani. Quest’ultimo aspetto sottolinea la predilezione dei principi ottomani per i colori, rosso e oro, e la composizione della seta italiana, ma testimonia anche la volontà di mantenere le proprie tradizioni.

La storia delle relazioni commerciali e culturali tra Venezia e Istanbul si estende dalla fine del Medioevo a tutta l’età moderna, diventando prova della possibilità di superare le differenze culturali, per quanto profonde. A unire i due Stati è, infatti, un comune interesse allo sviluppo economico, che pone la necessità di regole condivise per garantirlo e infine stabilite, dopo i primi contatti a metà Trecento.

Per tutto il Cinquecento, quindi, Venezia importa e fornisce alla corte ottomana oggetti di vetro, prodotti d’oreficeria e, naturalmente, tessuti pregiati. Come testimoniato dalla mostra di Palazzo Topkapı, i tessuti di Venezia vengono decorati con disegni ottomani, o diventano fonte d’ispirazione per rinnovare le decorazioni tradizionali: i tessitori ottomani si servono di una stoffa in grado, dunque, di adattarsi anche ai motivi propri di un’altra cultura. E questo in un capo d’abbigliamento, il caftano, la cui fattura semplice ha lo scopo di mettere in risalto la stoffa. È la qualità del tessuto, infatti, a definire il prestigio di chi lo indossa: l’abito, a volte, fa il monaco.

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