Emblema di potere e ricchezza, il velluto (dal latino tardo vĭllūtus, derivato di villus, il pelo degli animali da pelliccia) è stato per secoli il tessuto preferito da papi e nobili. In tempi moderni, non solo è apprezzato dalle grandi firme dell’alta moda, ma anche dal mondo del design e decorazione di interni.

Il velluto soprarizzo (detto anche “soprariccio”) o cesellato, in particolare, è il velluto più pregiato della nostra produzione manuale. Infatti, viene prodotto su telai originali del Settecento e richiede una manifattura più complessa che combina velluto tagliato e velluto riccio. Nasce così un tessuto unico, dai colori serici e brillanti, e dal disegno tridimensionale.

Le caratteristiche del nostro velluto soprarizzo o cesellato

Alcuni elementi rendono incomparabile questo tessuto tanto pregiato e aiutano a riconoscerlo.

  • Ogni stoffa di velluto cesellato è un pezzo unico, frutto della più alta artigianalità. Questo perché, nonostante la grandissima abilità delle tessitrici, la pressione che imprimono al telaio durante la lavorazione, completamente manuale, può essere leggermente diversa da un giorno all’altro, così come nello stesso giorno.
  • È un tessuto cangiante, grazie alla presenza dei due diversi tipi di pelo, uno riccio di base e uno tagliato, più alto. Questa lavorazione impreziosisce il disegno con la sua tridimensionalità e soprattutto permette alla luce di riflettersi sui due tipi di velluto in modo diverso, con il pelo tagliato più scuro e il riccio più chiaro, creando degli effetti straordinari di chiaro-scuro e profondità.
  • Per la sua lavorazione tanto complessa, servono tessitrici con una grandissima preparazione ed esperienza: sono necessari anni per la loro formazione.

Velluto soprarizzo Da Vinci – Tessitura Luigi Bevilacqua

  • La nostra produzione giornaliera è di soli 30 cm circa. Questo perché la sua lavorazione è molto complessa e richiede, tra l’altro, precisione e forza fisica. La nostra tessitrice deve premere i pedali del telaio per far muovere sia le schede forate nella macchina Jacquard che i fili di trama e ordito. Inoltre, per ogni millimetro di tessuto, deve sfilare le barrette di ferro che creano il pelo riccio e far scorrere la lama su quelle che creano il pelo liscio o tagliato. A ciò si aggiunge che il telaio, risalente al Settecento, non è veloce quanto le macchine moderne e deve essere spesso ricaricato e ricalibrato.
  • La larghezza di questo tessuto non supera i 67 cm (che corrispondono approssimativamente alla misura di un braccio). Questo per un motivo molto pratico: nella produzione del velluto manuale, la nostra tessitrice deve continuamente tagliare i fili di seta che formeranno il pelo per tutta l’ampiezza del tessuto, con un movimento molto deciso del braccio. Se questa ampiezza superasse la lunghezza del suo braccio, il taglio non potrebbe essere netto e preciso.
  • L’allestimento del telaio manuale richiede tempi molto lunghi che possono arrivare fino a 6 mesi e per il quale devono lavorare dalle due alle tre delle nostre tessitrici. Si parte infatti da un disegno che viene riprodotto su carta millimetrata per creare poi le schede forate che sono alla base del funzionamento del telaio jacquard. Segue la preparazione dell’ordito (su orditoi girevoli originali del Settecento) e l’allestimento della cantra, il macchinario usato per caricare i fili sul telaio, dove le nostre tessitrici collocano pazientemente centinaia di rocchetti di filo.

Queste sono solo alcune delle caratteristiche che fanno sì che i velluti cesellati siano non solo un prodotto dalla bellezza straordinaria, ma anche di grande valore artistico e artigianale. Così come gli oggetti d’arredo che ne derivano, quali i cuscini decorativi, sono manufatti unici e preziosi perché espressione della tradizione e di un’arte che si sono tramandate nei secoli e che sono un patrimonio del sapere di pochissime tessiture al mondo.

Cover photo credit: Elena Rosignoli

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