Essere ultracentenari ha i suoi lati positivi. Tanto più se si parla di un’impresa. La Tessiture Bevilacqua, che lavora nel mondo del tessile dal 1700, il suo primo secolo di vita l’ha passato da un bel po’. E, da Gennaio 2015, la sua veneranda età è riconosciuta ufficialmente, perché è entrata a far parte del gruppo delle Imprese storiche d’Italia. Ma perché un’azienda che produce tessuti pregiati a Venezia dovrebbe avere questo titolo?

Un’impresa storica di tessuti pregiati a Venezia

impresa storica italiaNel 2011 l’Italia ha compiuto 150 anni. In occasione dell’anniversario dell’Unificazione, Unioncamere ha deciso di creare un Registro delle Imprese storiche italiane per poter mostrare come il Paese sia cambiato, attraverso la storia delle sue imprese centenarie e ultracentenarie. Ma anche per provare, in un periodo di crisi, che è possibile unire tradizione e innovazione, perché la seconda serve alla prima per poter sopravvivere.

Ed è esattamente questo che ha permesso anche alla Luigi Bevilacqua di continuare il suo viaggio dal Settecento ad oggi. Quando Luigi Bevilacqua e il suo socio Giovanni Battista Gianoglio, nel 1875, aprirono la loro manifattura tessile a Venezia, salvarono i telai della Scuola della Seta che Napoleone aveva fatto chiudere – come tutte le altre tessiture della città, per proteggere la produzione francese. E decisero di impiegare una macchina inventata all’inizio del secolo, la macchina Jacquard, che avrebbe velocizzato di molto la produzione. Ma la qualità dei velluti veneziani sarebbe rimasta la stessa.

Secoli dopo, l’azienda usa ancora quegli stessi telai e le medesime macchine rivoluzionarie per produrre velluti pregiati. Ma ad essi ha affiancato la produzione meccanica, per stare al passo con le richieste dei propri clienti.

Tramandare la tradizione

In un mondo dominato dalla produzione industriale di tessuti per l’arredamento, quindi, abbiamo anche noi dovuto fare alcuni cambiamenti. Ad esempio, il periodo di formazione delle Produzione storica | Tessiture Bevilacquanostre tessitrici non dura più due anni, bensì uno: ciò non significa che imparino meno – o peggio! -, ma soltanto che il loro apprendistato viene concentrato in un periodo più breve. E così possono iniziare prima a lavorare in prima persona su nuovi velluti.

E, come un tempo, qui il sapere viene tramandato da una generazione alla successiva: se nel Novecento le figlie venivano ad aiutare le madri ai telai ed imparavano così il loro mestiere, oggi sono le tessitrici sulle soglie della pensione a formare le nuove leve.

In questo modo, facciamo quello che si prefigge anche il Registro delle Imprese storiche italiane: salvare un pezzo di storia italiana.

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