Il Rinascimento fu una delle epoche più splendide per l’arte e la cultura in Italia, ma anche per la tessitura, soprattutto a Venezia. È infatti il periodo in cui il velluto cominciò a diffondersi in città.
Ma non fu solo la produzione di questo tessuto pregiatissimo a determinare il successo della manifattura tessile veneziana. Un ruolo fondamentale l’ebbe la materia prima con cui veniva realizzato: la seta.
Da Marco Polo alla coltivazione dei bachi da seta: la provenienza dei filati
Venezia scoprì tessuti e motivi decorativi unici grazie a Marco Polo (1254-1324) e ai suoi viaggi in Oriente. Infatti, attraverso la Via della Seta egli portò nella Serenissima mercanzie di varia natura, tra le quali tessuti in seta. Ma soprattutto aprì la strada agli scambi commerciali con l’Impero mongolo.
È proprio da qui che Venezia importò la seta grezza utilizzata per produrre i suoi primi tessuti. Ma quando l’Impero si dissolse, i veneziani cominciarono a sviluppare la coltivazione locale di bachi da seta.
Nel XV secolo, la sericoltura era fiorente nella Serenissima, ma gli allevamenti non si trovavano nelle isole della laguna, bensì sulla terraferma, dove vi era spazio sufficiente, in particolare tra Verona e Vicenza. Questa attività continuò e diventò una delle più importanti per il Veneto fino alla metà del secolo scorso.
Ma la coltivazione dei bachi è solo una parte del processo di produzione dei filati in seta: bisognava sapere come ricavare il prezioso filato dai bozzoli e i Veneziani erano molto gelosi di questa conoscenza.
Edoardo IV di York (1442-1483) – Abito in seta con motivo a “griccia”
Dal baco ai fili di seta: lavorazione e tintura
Talmente gelosi che tutte le fasi della lavorazione della seta si svolgevano in città ed erano controllate in maniera maniacale. Il governo della Repubblica di Venezia aveva emanato leggi severe per punire chi non rispettava i numerosi regolamenti sulle procedure da seguire per garantire la qualità della seta utilizzata in città, nominando anche degli ispettori.
Solo in questo modo poteva garantire che i suoi broccati, damaschi e velluti fossero davvero i migliori d’Europa. Le norme facevano sì che la seta grezza venisse estratta dalle crisalidi immergendole in acqua bollente, filata con cura dai Filatori, sbiancata a regola d’arte dai Cocitori e colorata con le tinture migliori dai Tintori.
Seta e tessuti a Venezia oggi
La qualità dei filati così ricavati era la base per produrre stoffe altrettanto raffinate, e la ragione del successo dei tessuti pregiati veneziani nel mondo.
Oggi è ancora possibile produrre tessuti veneziani di altissima qualità come quelli rinascimentali, come ad esempio il velluto Inferriata, il velluto soprarizzo Da Vinci, il broccatello Griccia e il velluto soprarizzo Rinascimento, ma con una differenza per quanto riguarda la materia prima.
Dagli anni Cinquanta l’Italia ha abbandonato la produzione di seta, che quindi deve essere importata dall’estero. Ma negli ultimi anni alcune aziende del Veneto stanno cercando di recuperare la varietà di bachi che caratterizzava il territorio, con un progetto per far rinascere la produzione della seta intorno a Venezia e far rivivere nella nostra regione una tradizione che l’ha caratterizzata per secoli.
Cover photo credit: Sara Furlanetto