Il Medioevo viene definito un periodo buio, ma per la tessitura è un’epoca di grandi miglioramenti, sia negli strumenti, sia nei materiali usati per tessere. È in questo periodo, infatti, che ha inizio la produzione di tessuti di seta in Europa: una vera rivoluzione.
Quali telai si usavano nel Medioevo?
Durante il Medioevo, i telai utilizzati sono principalmente due.
Il telaio a pesi: o telaio verticale, in cui si utilizzano pesi in argilla o pietra per tenere in tensione i fili dell’ordito. Comparso nel Neolitico e ancora in voga tra Greci e Romani, continua ad essere utilizzato anche nel Medioevo, nella produzione degli arazzi.
Nel XIII secolo viene dotato di pedale, che rende più agevole il lavoro del tessitore, nonostante le sue caratteristiche strutturali e le procedure di lavorazione non permettono di realizzare tessuti di grandi dimensioni né di utilizzare filati molto sottili.
Il telaio orizzontale: è già noto nell’antichità e utilizzato per millenni dagli Egizi (dal 4000 a.C.) e dai Romani per la realizzazione di tessuti semplici.
È nel XII secolo che questo telaio si evolve in un più complesso “telaio al tiro” che, azionato non più da un solo tessitore ma anche da più aiutanti, permette di ottenere stoffe operate di dimensioni maggiori e con disegni più elaborati, ricchi di dettagli e colori.
Ma alle innovazioni dei telai, si aggiunge anche la diffusione di un nuovo tipo di filato.
Produzione di tessuti di seta in Europa: le origini
A dominare la tessitura nell’antichità e nel Medioevo sono la lana e il lino. Almeno fino al XII secolo, quando si diffondono ampiamente in Europa due nuovi materiali, il cotone e la seta, entrambi provenienti dall’Oriente.
I Romani conoscevano la seta già dal I secolo a.C., ma la difficoltà nel reperirla, perché importata dalla Cina e dall’Impero bizantino, la rendeva un materiale particolarmente prezioso, che solo i regnanti potevano permettersi.
Ma nel XII secolo, con la Seconda Crociata (1147), il re normanno Ruggero II di Sicilia decide di attaccare Corinto e Tebe, due importanti centri di produzione della seta nell’Impero bizantino. Egli porta così nel Regno di Sicilia le tecniche e gli artigiani della seta, che raggiungeranno poi anche Lucca ed altre città italiane.
Tessitrici medievali – “Les Fais et les Dis des Romains et de autres gens” di Valerius Maximus (British Library)
I primi tessitori di seta a Venezia
Anche Venezia, favorita dai suoi privilegi negli scambi commerciali con Bisanzio, sviluppa la tessitura della seta nell’XI secolo, inizialmente di manufatti semplici. Si narra anche una leggenda, che fa risalire l’evoluzione della tessitura di seta verso stoffe più complesse e pregiate, all’incontro tra l’imperatore Enrico IV e una dama veneziana del quale si era innamorato. E alla quale, come dono, aveva lasciato un mantello di seta realizzato dal suo sarto greco, esperto tessitore.
Nel 1265, la produzione di sciamiti, tessuti in seta di origine persiana, molto pesanti e di grande valore, si diffonde a tal punto che viene creata una corporazione ad hoc: l’Arte dei Samiteri.
Un nuovo status symbol in Europa
L’inizio della tessitura della seta in Europa, dunque, dà il via a una vera rivoluzione, perché:
- avendo centri di produzione della seta in Europa, non è più necessario importarla dall’Oriente, quindi il suo costo si riduce;
- i tessuti in seta non sono più riservati esclusivamente a regnanti, clero e nobiltà, ma anche la borghesia comincia a richiederli, portando quindi ad un aumento della produzione;
- la seta ha caratteristiche uniche: è luminosa, morbida, leggera e resistente. Quindi perfetta per produrre tessuti preziosi e per diventare un vero status symbol per le famiglie più facoltose.
Per questi motivi il numero di produttori di tessuti in seta cresce molto velocemente durante il Medioevo, anche a Venezia, specializzandosi in diverse tipologie di stoffe preziose: broccati, damaschi, lampassi, rasi e velluti.
Photo credit: Davide Zugna - Venezia da Vivere