Il velluto di seta è un tessuto unico, morbido e lucente. Vi raccontiamo di questo tessuto pregiato per aiutarvi a conoscerlo meglio e a distinguerlo: dalle origini della seta in Italia, alla sua lavorazione, ai diversi tipi di velluto in base ai filati utilizzati nella sua composizione.

Origini della seta in Italia

Attorno al 2700 a.C., i bachi da seta venivano allevati esclusivamente in Cina, dove nacque l’industria serica. Non è del tutto chiaro come la seta arrivò in Europa, ma sembra che nel 53 a.C. i Romani vennero in contatto con questo materiale prezioso, a loro sconosciuto, durante la battaglia di Carre (l’odierna Harran in Turchia). Si scontrarono, infatti, con i Parti (che vivevano nell’antica Siria) i quali brandivano stendardi fatti di seta.

Da quel momento Roma cominciò ad importarla dalla Cina lungo la Via della Seta, non acquistandola direttamente dai Seri (i cinesi), ma attraverso altri popoli che la commerciavano. Non era ben chiaro tuttavia da dove venisse ricavata e come fosse lavorata. Plinio il Vecchio, nel suo trattato Naturalis Historia la chiama lanicium silvarum che significa “filato delle foreste” poiché si credeva fosse ottenuta dalle piante.

Produzione di tessuti in seta a Venezia

Per scoprirlo, l’imperatore Giustiniano inviò due monaci in missione segreta in Cina. Questi ritornarono in patria con dei bachi da seta: ebbe così inizio la produzione serica in Europa, ma le importazioni dall’Oriente non terminarono.

Marco Polo (1254-1324) fu tra i primi occidentali a raggiungere la Cina attraverso la Via della Seta. Questa era formata da un groviglio di percorsi che univano l’Asia Orientale, soprattutto la Cina, all’Europa e al Medio Oriente. Dai suoi viaggi, portò a Venezia spezie, manufatti preziosi e, soprattutto, stoffe: furono proprio i tessuti pregiati di seta a creare la fortuna dei mercanti di Venezia, ma anche di Firenze, Genova e Lucca. Venezia divenne così un importante centro per la produzione di velluti di seta che, in Italia, conobbero il loro massimo splendore nel XVI secolo.

Le caratteristiche del velluto di seta

L’elemento che contraddistingue i velluti da tutti gli altri tessuti è il pelo, quella superficie soffice che solletica le mani non appena la si sfiora. Sono i filati scelti per questo, a determinare le caratteristiche di lucentezza e morbidezza del velluto finale.

I velluti hanno almeno 2 orditi ed una trama. Il primo ordito, quello di fondo, serve per formare la base del tessuto, intrecciandosi con la trama. Nei telai manuali, i fili che lo formano sono arrotolati attorno al subbio, il grosso cilindro posto all’estremità della struttura lignea.

L’altro ordito è l’ordito di pelo: sono i suoi fili ad avvolgersi attorno ai ferri per formare il velluto riccio, oppure essere tagliati per dare vita al velluto tagliato. Questi fili provengono dai rocchetti collocati sulla cantra, l’intelaiatura posta sotto al telaio.

Quando parliamo di velluto “di seta”, indichiamo il filato utilizzato per l’ordito di pelo. Come nei nostri velluti a mano, questo è in pura seta. Per esempio, la composizione di un velluto come il soprarizzo Giardino Antico, è 100% seta per il pelo, mentre il fondo è formato per il 70% da seta e il 30% di cotone. Per la trama o l’ordito di fondo, infatti, vengono utilizzati anche cotone e lino per ottenere maggiore resistenza. Il lino è utile per rendere la trama più rigida, migliorandone la resa e la durabilità quando si tratta di velluto per l’arredamento, come ad esempio nei velluti animalier Leopardo, Tigre e Zebra.

Le caratteristiche dei diversi tipi di velluto

Per creare un velluto è comunque possibile utilizzare per il pelo altre fibre tessili oltre alla seta, ognuna delle quali dà particolari risultati.

  • Seta: è il filato con cui si producono i velluti più pregiati, perché in grado di conferire loro una superficie brillante e permette drappeggi molto morbidi.
  • Viscosa: è estremamente lucente, quindi dà al velluto un tocco in più di luminosità.
  • Lino: conferisce al velluto un aspetto più opaco. Questa fibra ha però il vantaggio di assorbire molto bene la tintura, quindi i colori appaiono più intensi.
  • Cotone: dona al velluto una brillantezza più contenuta, ma ha il pregio di essere molto resistente. Il pelo, però, è più corto rispetto al velluto di seta.

A volte il pelo può combinare fibre tessili diverse, perciò distinguere i tipi di velluto non è sempre facile. Nei nostri tessuti, però, questo avviene soltanto nella trama o nell’ordito di fondo.

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