Esploriamo insieme il delicato e affascinante processo di restauro della preziosa carta da parati in velluto “Deco” nello Stadsteater, ovvero il Teatro Comunale di Göteborg, in Svezia. Un’opera che ha riportato al suo splendore originario un pezzo unico di storia e arte tessile, realizzato dalla nostra Tessitura nei primi anni ’30.
Cenni di storia del teatro di Göteborg e del velluto Deco
Nel settembre 2021, il Teatro Comunale di Göteborg ha riaperto le sue porte dopo un anno di chiusura, presentando al pubblico il risultato di un’opera di restauro straordinaria. Commissionato dalla società municipale Higab e eseguito dallo Studio Västsvensk Konservering, il progetto era guidato dalla visione di preservare l’eredità del teatro costruito nel 1934 durante la transizione tra classicismo ed emergente modernismo, facendo grande attenzione ai dettagli degli interni. Il teatro, sede principale della città per le arti performative e dichiarato edificio protetto nel 2017, è uno dei rari esempi di Art Déco in Svezia.
Lungo la parete, curva, corre un piano da bar stretto, montato a muro, con sgabelli disposti a intervalli regolari. Al di sotto del piano, la parete è stata dotata, in maniera strategica, di un pannello a cassettoni che ha così ridotto la parte da rivestire col velluto Deco. Nella parte opposta si trova invece un bancone da bar in legno con dettagli in metallo dorato. Il pavimento è rosso e lucido. Il velluto Deco, con elementi geometrici di chiara ispirazione Art Déco, è stato realizzato in un color avorio detto “Isabella”, che per il mutevole riflettersi della luce sui fili di seta assume bagliori dorati.
Questo velluto soprarizzo è un capolavoro tessile realizzato a mano nella nostra Tessitura tra il 1932 e il 1934, su disegno dell’architetto Carl Bergsten, progettista del Teatro. Esso rivestiva originariamente anche le pareti dell’auditorium principale. Da allora, il salone è stato riprogettato e le pareti sono state modificate, ma la carta da parati in velluto è stata conservata dietro le nuove pareti. Fortunatamente, il Teatro aveva conservato due rotoli di velluto dai tempi della sua costruzione, che sono stati utilizzati nel restauro per sostituire le parti troppo danneggiate.
Il soprarizzo Deco, infatti, viene prodotto ancora oggi a mano sui nostri telai settecenteschi ma è un tessuto estremamente esclusivo.
In un precedente articolo, abbiamo esplorato la sua storia e le sue caratteristiche, rendendo giustizia alla sua esclusività e alla sua preziosa bellezza. Con lo stesso disegno, produciamo oggi anche il velluto bacchetta Göteborg.
Il meticoloso lavoro di restauro: dalle fasi iniziali all’assemblaggio finale
Il restauro del velluto Deco è stato un processo artigianale suddiviso in diverse fasi. Innanzitutto, durante una visita preliminare, la carta da parati è stata ispezionata nel suo contesto originale, rivelando sporco superficiale, macchie e danni di varia natura. Il cartongesso era stato fissato direttamente al tessuto ed è molto probabile che nel tempo sia stato permesso fumare nei locali, per cui il velluto è diventato nel tempo un filtro delle polveri che si liberavano nell’aria.
Una serie di prove di pulizia ha mostrato l’impossibilità di utilizzare acqua, richiedendo l’intervento di una lavanderia specializzata di Göteborg. Il lavaggio a secco con idrocarburi si è rivelato il metodo più delicato ed efficace, anche per rigenerare la componente organica della seta.
Lo smontaggio successivo ha richiesto grande cura ed attenzione per staccare le pezze di velluto dalle pareti e separarle. Erano state cucite insieme, alcune a macchina, alcune a mano, ed altre incollate a pannelli. Dopo essere state catalogate, sono state trasportate alla sede della SVK per il congelamento a -30 gradi C, necessario per prevenire eventuali attacchi di parassiti.
Durante questa fase, sono emerse sorprendenti condizioni di conservazione della carta da parati in velluto, sebbene fosse necessario affrontare i danni sotto forma di fori e usura. I tessuti sono stati trasportati alla lavanderia per la pulizia, grazie alla quale sono diventati significativamente più puliti e freschi sia sul fronte che sul retro. Allo stesso tempo però, il trattamento li ha consumati, soprattutto nelle sezioni di raso liscio (le fasce curve). Tuttavia, dato che la carta da parati era molto sporca, si è deciso di continuare il trattamento e di rinforzare successivamente il materiale con un supporto adatto.
Il processo di restauro vero e proprio ha visto l’utilizzo della laminazione per rinforzare ogni pezzo di tessuto. Questo metodo, comunemente utilizzato in pittura e conservazione tessile, ha coinvolto l’applicazione di una fodera ignifuga al retro della carta da parati con uno strato adesivo termoattivante. Le parti danneggiate sono state riparate con attenzione, utilizzando tessuti tinti a mano per sostituire alcune sezioni originali.
Il riassemblaggio dei tessuti restaurati sulla parete del Bar Thalia è stato un processo meticoloso, con un adattamento attento del disegno per mantenere l’armonia visiva. I moduli sono stati fissati all’intonaco con adesivi trasparenti, mentre listelli di legno avvitati hanno nascosto i bordi superiori della carta da parati e i contorni delle porte. L’insieme è stato coronato dal pannello a cassettoni, completando il restauro con maestria.
La bellezza ritrovata e l’eredità preservata
Il risultato finale di questo imponente lavoro di restauro è un velluto da parati Deco splendidamente rinnovato, che ora adorna la parete del Bar Thalia nel Teatro Comunale di Göteborg. La lucentezza dorata della seta è stata restaurata, i danni riparati, e il tessuto, seppur fragile, emana ora la sua originaria eleganza.
Guardando oltre l’aspetto estetico, questo restauro rappresenta un atto di preservazione dell’eredità culturale e storica del Teatro di Göteborg, che ha contribuito a creare un ambiente autentico e fedele alle origini del luogo.
Il velluto Deco, splendido tessuto che ha resistito al passare dei decenni, è ora il protagonista di un nuovo capitolo nella storia del Teatro, rivivendo nel Bar Thalia con tutta la sua maestosità.
Foto di Kalle Sanner e Studio Västsvensk Konservering