Forse vi sarà capitato, durante una passeggiata a Venezia, di trovarvi in Piazza San Marco e di scegliere, come strada di ritorno, le Mercerie, che passano sotto la Torre dell’Orologio. Dopo pochi passi, giungete così alla parrocchia di San Salvador: ma dov’è la chiesa? San Zulian, in effetti, non si lascia scovare tanto facilmente, svelando invece la sua bianca facciata, nascosta da altri edifici, solo agli occhi più attenti. E più fortunati.
La storia della chiesa di San Zulian
Sull’unica chiesa – cattolica – di Venezia in cui si celebrino messe in inglese, Jacopo Sansovino e Alessandro Vittoria, scultore della sua bottega, lavorano a metà del XVI secolo, grazie ai contributi di corporazioni artigiane, confraternite e di Tommaso Rangone.
Il “Tommaso di Ravenna, filosofo e fisico” dell’iscrizione che campeggia sulla facciata, ma anche l’uomo seduto al centro del frontone, circondato dagli strumenti delle sue professioni. E, se non aveste già notato l’iscrizione sopra il frontone, quelle ai lati della porta vi ricorderanno del finanziatore. In greco e in ebraico.
Grazie alla sua generosità, l’architetto della Libreria Marciana ha così potuto dare nuova vita ad una chiesa fondata nell’829, rinnovandone, nel 1553, facciata e struttura, ora a pianta quadrata e navata singola. Dritto davanti a voi avrete perciò l’altare maggiore, con la pala dell’Incoronazione della Vergine e le colonne del presbiterio. Rivestite di velluto Bevilacqua.
Un giardino rigoglioso di velluti per tappezzeria
Com’è possibile identificare con certezza il tessuto, dal momento che mancano i documenti sui tessuti di San Zulian? Grazie a fonti orali e al confronto con altri velluti giardino.
Non c’è dubbio, infatti, che si tratti del motivo “giardino”, nato a Genova nel XVIII secolo: a rivelarlo il cesto colmo di foglie e fiori al centro della trama, incorniciato da steli curvilinei e da una profusione di frutti. Bacche, uva e mele cotogne si alternano a rose, garofani, gigli e altri fiori ancora, in un’esplosione di vita e natura. Ma Bevilacqua non fornisce questo velluto soprarizzo nel XVIII secolo: il tessuto è stato prodotto nel 1939.
La chiesa dedicata a San Giuliano Martire è, quindi, uno dei tesori di Venezia che vale la pena scoprire. E, come tutti i tesori, non si lascia trovare da tutti.