Venezia è stata la leader dell’industria della seta fino al Settecento. Ma vi siete mai chiesti come ha fatto a diventarlo? E soprattutto, come ha avuto inizio la produzione di tessuti in seta in città?
Lo scoprirete tra poco.
I primi produttori di tessuti di seta a Venezia
Un po’ di tempo fa vi abbiamo raccontato una leggenda sull’arrivo della seta a Venezia: i protagonisti erano l’imperatore Enrico IV e una dama veneziana del quale si era innamorato. E alla quale, come dono, aveva lasciato un mantello di seta realizzato dal suo sarto greco.
Ma tutte le leggende, dicono, hanno un pizzico di verità; e questa non fa eccezione. Venezia ha infatti importato la sericoltura dall’Impero bizantino, probabilmente dopo l’assedio di Costantinopoli del 1204. La stessa occasione in cui i Veneziani presero come ricordino i 4 cavalli collocati sulla facciata della Basilica di San Marco.
L’Arte dei Samiteri
Qualche anno più tardi, nel 1265, tra i documenti della Repubblica di Venezia compare lo statuto dell’Arte dei Samiteri. E non è un caso che il loro nome venga da sciamito, un tessuto di seta molto pesante e d’inestimabile valore. Una vera stoffa da re, a volte contenente fili d’oro.
Ma questa corporazione non si dedicava solo a questi tessuti di origine persiana: produceva anche broccati, damaschi e rasi. La loro chiesa era quella dei Gesuiti e il loro patrono San Cristoforo. Ma dal 1347 dovettero dividere la loro chiesa con un’altra Arte.
L’Arte dei Veluderi e i tessitori di Lucca
Il velluto arriva a Venezia più tardi degli sciamiti, nel Trecento. Ma non impiegò molto tempo a diventare un monopolio veneziano: per questo nel 1347 i tessitori di velluto avevano già una loro corporazione.
Qualche anno prima erano arrivati in città circa 300 tra filatori, tessitori e tintori da Lucca, in fuga dalla città per ragioni politiche. Si erano sistemati in una zona compresa tra la chiesa dei Santi Apostoli, Calle della Bissa, e le chiese di San Giovanni Grisostomo e San Canciano. Insomma, a qualche centinaio di metri dalla chiesa dei veluderi e dei samiteri. E, dal 1360, con una loro corporazione, la Corte della Seta.
La concorrenza dall’estero e quella interna, però, rischiavano di porre fine al successo economico dei tessuti veneziani. Perciò da un lato il governo decise di regolamentare tutte le corporazioni di tessitori – già dal 1366 -, dall’altro le tre Arti decisero di riunirsi.
L’Arte dei filadori de seda
L’Arte dei Tessitori di Seta nasce nel 1488 e ha sede prima in Campo dei Gesuiti, poi nella Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia.
Per avere un’idea di quanto importante fosse la lavorazione della seta per la città, vi diamo un paio di numeri:
Numero di tessitori nel 1493
Numero di tessitori nel 1554
Ma il mondo dei tessuti di Venezia coinvolgeva anche filatori e lavoratori, o lavoratrici, a domicilio. Era, quindi, un settore in espansione e che dava lavoro a molte persone: per questo le norme che regolavano la corporazione erano così tante e severe.
Ma è anche grazie a queste norme che i tessuti veneziani hanno raggiunto un enorme successo.