Nel 2004, il Palazzo Ducale di Venezia ha ospitato una mostra dedicata ai nostri tessuti, dal titolo “Il genio della tradizione. Otto secoli di velluti a Venezia: La Tessitura Bevilacqua”. In esposizione, oltre a tessuti antichi, anche un telaio originale del Settecento, ancora funzionante.

I nostri velluti veneziani in mostra

Un catalogo a cura di Doretta Davanzo Poli, storica dell’arte e docente di storia del tessuto all’Università di Venezia, ha racchiuso l’essenza della mostra. “Il genio della tradizione”, questo il titolo, ripercorre la storia della Tessitura Bevilacqua raccontando non solo cosa rappresentano gli ottanta tessuti esposti nel 2004 – tutti parte dell’Archivio Storico Tessitura Bevilacqua -, ma anche qual è il ruolo dei velluti a Venezia.

Velluto Liberty | Tessitura Luigi Bevilacqua

Velluto Liberty

Velluto Mosaico | Tessitura Luigi Bevilacqua

Velluto Mosaico

Velluto soprarizzo Basilisco | Tessitura Luigi Bevilacqua

Velluto soprarizzo Basilisco

Velluto Griccia | Tessitura Luigi Bevilacqua

Velluto Griccia

I velluti sopra riportati sono tessuti a mano e fanno parte dell'Archivio Storico Tessitura Bevilacqua

Il fascino di un telaio antico

Nella Sala del Piovego è stato allestito anche un telaio jacquard. Smontato nella nostra sede storica sul Canal Grande, è stato poi ricostruito con cura, pezzo dopo pezzo, proprio al centro della sala, per sottolinearne l’importanza. Un maestoso strumento che è diventato il fulcro della mostra. Ma come un organo musicale, per quanto bello e imponente, resta muto senza un organista, così anche questa macchina complessa e sofisticata, prende vita solo grazie alle tessitrici.  E così Mariella, che ha lavorato con noi per 50 anni, ha tessuto il velluto soprarizzo Piovego durante la mostra, dando vita ad una danza emozionante, fatta di movimenti precisi, ritmici, ripetitivi, pieni di vigore e allo stesso tempo di grazia.

La tessitura di un velluto soprarizzo

Un affascinante video, girato durante l’evento, ci mostra il grande telaio con i fili dell’ordito di fondo stesi orizzontalmente. Questi, si incontrano con i fili dell’ordito “di pelo” che partono da centinaia di rocchetti sistemati sulla rastrelliera (cantra) sottostante, tenuti in tensione da piccoli pesi. Un aiutante d’eccezione, il nostro direttore tecnico Emanuele Bevilacqua, controlla l’avanzamento delle schede perforate della macchina Jacquard, posta in cima al telaio. Queste permettono il movimento automatico dei singoli fili di ordito e quindi la creazione degli elaborati disegni del velluto.

Mariella aziona i pedali per alzare e abbassare i fili degli orditi e poter passare la trama, formando l’intreccio del tessuto. Come l’assistente Ilaria, inserisce degli speciali ferri per ottenere pelo tagliato e pelo riccio. A sezione quadrata i primi, dotati di una scanalatura lungo la quale Mariella fa scorrere velocemente una lama per tagliare il pelo, mentre i secondi hanno sezione rotonda e vengono solamente sfilati. Poi, con un colpo deciso della cassa battente, Mariella serra la trama.

Questi sono i gesti che si ripetono da secoli per trasformare infinite trame di fili di seta cangiante in magnifici velluti, vere e proprie opere d’arte la cui produzione ha costi molto elevati poiché in una giornata di lavoro vengono realizzate poche decine di centimetri di tessuto e la sola messa in opera delle migliaia di fili richiede da uno a più mesi di lavoro. Il video che segue vi farà rivivere quest’esperienza unica e magica.

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