Gaspara è una tote capiente, con manici in pelle e dettagli in metallo dorato. La sua particolarità è il velluto che la riveste, il prezioso soprarizzo coccodrillo, fatto a mano con i nostri telai del ‘700. Un motivo che riprende il tema animalier e lo interpreta in una versione elegante, in toni caldi e dalle mille sfumature del marrone e del beige, che grazie alla particolare lavorazione di questo velluto di seta, diventano cangianti e creano un bellissimo effetto di chiaro-scuro. Una borsa che, grazie alle cerniere laterali, può essere resa ancora più capiente. Può essere portata a mano, con le pratiche maniglie, oppure a spalla, grazie alla lunga tracolla di cui è dotata. Una tote versatile che sa unire alla praticità uno stile grintoso: il motivo esotico e la sua forma sono adatti a chi desidera distinguersi con stile.

La poetessa Gaspara Stampa

Stile e personalità che contraddistinguevano Gaspara Stampa, la donna cui questa borsa si ispira. Gaspara, di origini milanesi ma nata a Padova nel 1523, si trasferì ancora bambina a Venezia con la facoltosa famiglia. Lì crebbe circondata dalla colta e frivola società veneziana del tempo e ricevette un’ampia istruzione in varie discipline: suonava stupendamente il liuto, cantava con voce melodiosa, conosceva il greco e il latino, componeva versi. Frequentava i circoli letterari, che abbondavano a Venezia, e la sua stessa famiglia ospitava letterati e artisti del tempo che trascorrevano le ore ascoltando entusiasti ed estasiati le poesie che Gaspara improvvisava o cantava accompagnata dal suono del liuto.

Era una ragazza bellissima, dalle morbide curve, dal viso pieno, gli occhi scuri intelligenti e vivaci. I lunghi capelli neri le incorniciavano il volto e scendevano sulle belle spalle sensuali. Non sorprende pertanto che avesse stuoli di ammiratori.

Ma Gaspara, sebbene fosse una ragazza piena di passione e fervore, ebbe un solo grande amore, quello per il conte Collaltino di Collalto, signore di Treviso che, sebbene non corrisposto, venne vissuto da lei con grande ardore e trasporto. Nella sua unica opera, Le Rime, Gaspara celebrò le qualità, vere o immaginate del suo amato in una sorta di diario del suo amore, sincero, passionale, forte, impulsivo. Addirittura, per suggellare la sua appartenenza al conte di Collalto, si creò il soprannome di Anassilla, che derivò dal nome latino del fiume Piave, che scorreva presso il castello del suo amato.

Gaspara, che morì ancora giovane nel 1554, venne paragonata alla poetessa Saffo, per l’intensità e la libertà con cui aveva vissuto la sua breve vita. Uno dei suoi versi divenne celebre perché molto amato da D’Annunzio che lo scelse come motto personale e che descrive molto bene l’essenza di Gaspara: Vivere ardendo e non sentire il male.

Clicca qui per avere maggiori informazioni sulla borsa Gaspara.

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