Facciamo un po’ di storia e vediamo cosa stava succedendo, a Venezia e nel mondo, quando la Tessitura Luigi Bevilacqua è diventata un’azienda vera e propria, nel 1875. Iniziamo da una fine, quella delle corporazioni artigiane di Venezia, chiuse da un decreto napoleonico del 1806.
Produzione tessuti in seta sulla via del tramonto
Il decreto riguarda anche l’Arte della Seta, che non scompare, però, immediatamente, bensì poco a poco: a contribuire al declino fu anche la creazione, nello stesso periodo, del telaio Jacquard, che il francese Joseph Marie Jacquard ultimò appunto tra il 1804 e il 1806.
Nonostante i timori e le proteste dei tessitori, che si opposero all’introduzione della produzione industriale, la meccanizzazione ebbe la meglio, perché garanzia di un lavoro più rapido: i nuovi telai si diffondono dunque a macchia d’olio in tutta Europa, intorno agli anni Venti dell’Ottocento. L’inizio del XIX secolo sembra quindi segnare la scomparsa dell’Arte della Seta e, soprattutto, della sua produzione più artigianale: il velluto.
Ma non finisce qui.
Arts and Crafts e la rinascita della tessitura artigianale
La consapevolezza di cosa significasse perdere l’artigianato si traduce nel movimento Arts and Crafts. Nato nella seconda metà del secolo, vuole trovare una risposta al declino delle arti decorative, recuperando i prodotti dell’artigianato e la sensazione di qualcosa che non sia uniformato. Complice anche lo spirito romantico, vengono così riscoperte le tecniche tradizionali della lavorazione della seta e tolta la polvere dai telai abbandonati.
Dalla culla della Rivoluzione industriale, l’Inghilterra, le idee di Arts and Crafts solleticano le orecchie di molti, nel resto d’Europa e in America del Nord, e risvegliano anche la tessitura artigianale italiana.
Ed è così che Luigi Bevilacqua e il suo socio, Giovanni Battista Gianoglio, nel 1875 decidono di acquistare un edificio, in Fondamenta San Lorenzo, Sestiere Castello, e di farne la sede di una nuova manifattura tessile. Questa prima sede non è scelta a caso: si tratta di una vecchia Scuola della Seta, abbandonata all’inizio del secolo. Perciò la Tessitura Bevilacqua riparte da dove i tessuti italiani si erano fermati, salvando i telai del Settecento e collocandosi nel punto di svolta tra crisi e rinascita.