La Festa del Redentore, che si tiene da oltre quattro secoli, è una delle celebrazioni più significative per i veneziani. Nata come segno di gratitudine per la fine della terribile epidemia di peste del 1576-1577, è una festa religiosa e popolare, intrisa di tradizione e storia. Oltre ai residenti, richiama migliaia di turisti, ai quali offre un’opportunità speciale per immergersi nella cultura veneziana.
Storia e curiosità sulla Festa del Redentore
La storia della Festa del Redentore risale al 20 luglio 1577, e da allora è diventata una tradizione annuale che si tiene durante il terzo fine settimana di luglio. In quell’anno il Senato veneziano decise di costruire la Chiesa del Redentore per onorare la fine dell’epidemia di peste che colpì Venezia tra il 1575 e il 1577 e che causò la morte di circa 50.000 persone, un terzo della popolazione della città.
Inizialmente, la Serenissima esitò nel riconoscere l’entità del flagello per evitare di mostrare la propria vulnerabilità. Tuttavia, in seguito adottò misure decisive per isolare i malati e combattere la diffusione della malattia. Le persone sospettate di essere affette dalla peste venivano trasportate al Lazzaretto Nuovo e, se il contagio veniva confermato, venivano trasferite al Lazzaretto Vecchio. Al fine di purificare l’aria e contrastare la propagazione del morbo, si accendevano fuochi in tutta la città utilizzando legno di ginepro, in accordo con le credenze mediche dell’epoca.
La Basilica del Redentore – Venezia
Il progetto della chiesa dedicata al Cristo Redentore come ex voto per liberare la città dalla peste, venne affidato ad Andrea Palladio, uno dei più rinomati architetti dell’epoca. La prima pietra della chiesa fu posta il 3 maggio 1577 e, per festeggiare la fine della peste, fu costruito un ponte di barche per raggiungere il luogo in cui sorgeva la Basilica.
Ancora oggi, in questa occasione, un ponte votivo viene allestito tra le Zattere, all’altezza della chiesa di Santo Spirito, e l’isola della Giudecca, consentendo ai fedeli di accedere a piedi alla basilica del Redentore. Oltre all’aspetto religioso, la festa è caratterizzata da tradizioni radicate nella cultura veneziana. Durante la notte tra il sabato e la domenica, infatti, i veneziani festeggiano a bordo di barche, gustando i piatti tipici della cucina locale e ammirando lo spettacolo dei fuochi d’artificio nel Bacino di San Marco.
Ma esiste un altro aspetto della Festa del Redentore che infiamma ed appassiona i veneziani e i turisti: le Regate del Redentore.
Le Regate del Redentore nel Canale della Giudecca
Le Regate del Redentore nel Canale della Giudecca rappresentano uno degli aspetti più coinvolgenti e spettacolari della Festa del Redentore. Si tratta di una serie di spettacolari gare di voga che si svolgono nelle acque del Canale della Giudecca, offrendo un panorama mozzafiato e creando un’atmosfera di festa unica.
Coinvolgono diverse imbarcazioni tradizionali veneziane, tra le quali i cosiddetti “pupparini”, a due remi, e le più conosciute gondole, come la famosissima “Dogaressa”, che sfoggia proprio i velluti della nostra Tessitura.
La Gondola Dogaressa con i tessuti Bevilacqua
Partecipano alle Regate del Redentore sia vogatori professionisti che amatori provenienti da diverse squadre e associazioni locali, dando vita a una competizione accesa che spinge i vogatori al limite delle loro capacità. Tutti gli equipaggi sono caratterizzati da colori diversi che permettono agli spettatori, appassionati di voga alla veneta e turisti, di seguire più facilmente la gara.
La voga è da sempre una parte integrante della vita lagunare e delle attività quotidiane dei veneziani e le Regate del Redentore richiamano l’essenza della tradizione marittima di Venezia offrendo un’occasione unica per immergersi nella ricchezza culturale di Venezia, scoprendo la sua resilienza, la sua bellezza e la sua eredità artistica.
Foto di copertina: La processione del Redentore - olio su tela - Heintz Joseph il Giovane (1650)