L’idea che ha ispirato Elena, una delle borse in tessuto a fiori Bevilacqua, è quella di esaltare il lato più elegante e romantico di chi la porta, non soltanto nelle occasioni speciali, bensì anche nella vita di tutti i giorni. Ma come ci riesce?

I segreti di Elena, la borsa di velluto floreale per il giorno

Elena è una borsa da giorno pensata per chi lavora o studia e porta con sé tutti quei piccoli oggetti che servono durante una giornata intera lontano da casa.

Il velluto che abbiamo scelto per rivestirla vuole dare alle giornate di chi la indossa un tocco decisamente primaverile, lontano dalla serietà che un ufficio o un’aula universitaria richiedono. Si tratta infatti del Velluto multicolore Fresie, uno dei velluti a giardino della nostra collezione.

Come tradisce il nome, il disegno di questo tessuto è una vera esplosione di fiori: fresie, soprattutto, ma anche altri fiori e foglie. E, proprio come i tessuti d’arredo settecenteschi che questo tessuto riprende, ricalcano quanto più fedelmente possibile la realtà.

La borsa Elena è quindi pensata per dare una ventata di colore e spirito primaverile ad uno stile sobrio. Ma non solo: come tutte le borse floreali, esalta la femminilità di chi la indossa, anche mentre affronta gli impegni quotidiani. Proprio come la donna alla quale s’ispira, che non ha mai nascosto il suo gentil sesso anche in un ambiente – all’epoca – esclusivamente maschile: l’università.

Chi era Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

La donna alla quale abbiamo dedicato questa borsa è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo. Nel 1678 ha infatti conseguito il Dottorato in Filosofia all’università di Padova, diventando così la prima donna a poter usare il titolo di Doctor.

Ma la strada che l’ha condotta a questo traguardo è stata tutt’altro che in discesa: Elena – quinta di sette figli, nata nel 1646 a Venezia – poteva contare sul sostegno della sua famiglia, una delle più nobili della città, e su un’intelligenza fuori dal comune. Già da sette anni cominciò a dedicarsi allo studio di latino e greco, per volontà del padre, ai quali si aggiunsero poi ebraico, matematica, astronomia, geografia, musica e dialettica.

Le sue doti, però, dovettero scontrarsi con l’opposizione dei professori universitari: il suo sogno era infatti ottenere una laurea in teologia, ma nominare una donna Dottore in Teologia era impensabile, all’epoca. E a nulla valsero nemmeno i suoi voti: dal 1665, Elena era infatti oblata benedettina, osservava cioè gli stessi voti delle monache, vivendo però nella casa paterna.

Ciò che le permise di diventare Dottore in Filosofia fu la mediazione di uno dei suoi maestri e degli amici del padre all’interno dell’università. Grazie al loro aiuto e alla propria intelligenza, Elena riuscì così a coronare il suo sogno, e incontrare poi eruditi da tutto il mondo, desiderosi di confrontarsi con questa donna dal sapere e dalla dialettica eccezionali.

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