Venezia vanta una storia dell’arte tessile lunga quasi mille anni. Ma prima dei più famosi velluti, produceva un altro tessuto in seta altrettanto pregiato: lo sciamito.

 

Gli sciamiti, i primi tessuti di Venezia

Nel XII secolo, Venezia smise di essere una semplice importatrice di stoffe dall’Oriente e cominciò a produrre tessuti pregiati. I primi furono gli sciamiti.

Lo sciamito è un tessuto che tecnicamente ha un ordinamento basato su un rapporto di sei fili, in greco hexamitos, da cui deriva il suo nome. È formato da due orditi, uno di fondo – che crea il disegno – e uno di legatura, e da almeno due trame legate in senso obliquo.

È un tessuto pesante in pura seta, dalla mano vellutata e dall’aspetto satinato e brillante. Come molte altre stoffe ha origine nel Medio Oriente, Iran e Siria, e si è diffuso in tutta l’area del Mediterraneo attraverso Bisanzio e grazie alla dominazione araba.

Considerata la stoffa serica più preziosa del Medioevo, poteva essere ammirato su paramenti e abiti sontuosi, privilegio delle classi elevate della società veneziana. Spesso aveva ricchi decori ricamati con fili d’oro e d’argento.

A Venezia esisteva, a quel tempo, la corporazione del Samitieri, gli abili tessitori di sciamiti, che solo in seguito accolse i Veluderi, i produttori di velluti. Nel 1265 venne riformato il Capitulare Samitariorum, l’insieme di norme che ne disciplinavano l’attività.  Tra le altre, vi era una regola che proibiva di utilizzare altri filati oltre a quello di seta per produrre questo tessuto, pena la distruzione dello stesso. Solo più tardi, dopo il XII secolo, vennero permessi filati diversi, specialmente di lino o di canapa, che rendevano più robusto l’ordito. Questi tessuti però furono definiti  mezze sete.

I motivi decorativi degli sciamiti

Gli sciamiti hanno spesso motivi decorativi “ad rotellas” ossia a ruote, o a riquadri, con animali simbolici al centro, che cominciarono a comparire fin dal IX sec. d.C. e si svilupparono con rapporti modulari e diametri diversificati, fino all’inizio del secolo XIV.

I disegni rappresentano rosette, grifoni, leoni, l’albero della vita, pappagallini. Un esempio di questo motivo si ritrova nel nostro velluto soprarizzo Leoni.  Spesso appaiono anche parole greche e scritte arabe  utilizzate a puro scopo decorativo.

Questi motivi si ritrovano anche nel telo che avvolgeva la cassa di S. Antonio da Padova: palmette all’interno delle cornici rotonde con al centro coppie di pappagallini separati dall’albero della vita. Così come nei paramenti di Papa Bonifacio VIII, della seconda metà del secolo XII, con una grande varietà di animali e volatili rappresentati al centro dei tondi.

Soprarizzo Leoni verde antico argento

Velluto soprarizzo Leoni

Silk samite fragment, Central Asia, 7th-8th century

Frammento di Sciamito in seta con fagiani, Asia Centrale, VII-VIII secolo

Sasanian_Silk_Samite_cloth_Circa_960

Frammento di Sciamito in seta sasanide, 960 d.C.

Lo sciamito di San Teodoro

Lo sciamito è in qualche modo legato anche alla storia del patrono di Venezia. Prima di San Marco, il santo protettore della città era San Teodoro di Amasea.

Ma nel XIII secolo, le spoglie del santo furono portate a Brindisi avvolte in uno sciamito pregiato, trasferite nella città pugliese probabilmente in occasione delle nozze di Federico II di Svevia e Jolanda di Gerusalemme. È da quel momento che a Venezia nacque il culto di San Marco come nuovo patrono della città di cui divenne il simbolo e al quale vennero dedicate la splendida piazza e la maestosa basilica.

Sciamito San Teodoro

Sciamito di San Teodoro – dettaglio

Foto di copertina: Sciamito, Venezia secolo XIII
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