Cagnaccio di San Pietro | Tessiture Bevilacqua

Ritratto della Signora Vighi

Date un’occhiata al Ritratto della Signora Vighi di Cagnaccio di San Pietro e troverete una sorpresa. O meglio, due, messe in bella vista – ma che ad un osservatore poco attento potrebbero sfuggire. È nei dettagli, si sa, che i pittori spesso nascondono le loro sorprese. E, nel caso di questo dipinto, si tratta di due tessuti di arredamento per interni Bevilacqua.

Tessuti di arredamento per interni in un quadro

Il quadro ritrae una donna in una stanza, con un libro aperto in grembo, e seduta su una poltrona. Dietro di lei e ai suoi piedi sono parzialmente visibili due cuscini. Il primo è rivestito del velluto soprarizzo Leoni, il secondo del soprarizzo Fioroni.

Cagnaccio di San Pietro ha dipinto questo ritratto nel 1930, e proprio a quegli anni risalgono entrambi i velluti Bevilacqua. Ma entrambi riportano motivi più antichi.

Velluto Fioroni

Velluto soprarizzo Fioroni

Il velluto soprarizzo Fioroni, infatti, parte della collezione “Giardino”, s’ispira ai broccatelli e velluti d’arredamento italiani e francesi della seconda metà del Seicento, con i boccioli di rosa, i tulipani, le campanule e i gelsomini che creano un disegno marcatamente barocco.

soprarizzo Leoni

Velluto soprarizzo Leoni

Il velluto soprarizzo Leoni, invece, mostra un motivo che proviene direttamente dall’antica Persia, quello di due leoni, uno di fronte all’altro e con in mezzo l’albero della vita. Ma il leone, da sempre simbolo di forza, e quindi in grado di proteggere l’albero, compare già durante l’Età della Pietra. E l’albero della vita arriva anch’esso da un passato lontano, precisamente dalla Mesopotamia del 9° secolo a.C.

Ma chi è Cagnaccio di San Pietro, l’artista che ha scelto proprio questi due cuscini per il suo quadro?

Chi è Cagnaccio di San Pietro

Cagnaccio di San Pietro nasce nel 1897 col nome di Natale Scarpa ed è un pittore molto legato a Venezia, perché dalla sua patria, Desenzano del Garda, si è trasferito sull’isola di Pellestrina – nel borgo di San Pietro, da cui riprese parte del suo pseudonimo – ed è morto a Venezia nel 1946. Il nome “Cagnaccio”, invece, lo riprende dal soprannome dato ai suoi nonni, che possedevano un cane non esattamente amato dai vicini.

Come dimostra anche il Ritratto della Signora Vighi, i suoi soggetti preferiti sono la vita quotidiana e le nature morte, che dipinge però con un’estrema attenzione per i dettagli. Che risulta, a volte, addirittura drammatica, con un effetto di alienazione dalla realtà. Per questo rientra nel gruppo di artisti del Realismo Magico, tra i quali anche Edward Hopper e Frida Kahlo.

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