Non è sempre facile stabilire la provenienza dei disegni che decorano i tessuti, ma per alcuni ne possiamo essere assolutamente certi e le decorazioni “a grottesche” sono proprio uno di questi casi. Hanno caratterizzato tessuti barocchi, rococò e neoclassici, ma la loro storia inizia molto tempo prima, più precisamente all’epoca dell’Impero Romano.
L’origine delle decorazioni a grottesche
Nel 1480 un giovane cadde accidentalmente in una fenditura del terreno sul colle Esquilino, a Roma. Si ritrovò all’interno di una grotta e si accorse che le pareti erano decorate con insolite figure variopinte come mostri, chimere e sfingi.
Questi disegni destarono grande entusiasmo tra gli artisti romani che accorsero ad ammirarli e ne rimasero affascinati. Si facevano calare nella grotta per osservare queste meraviglie, studiarne gli elementi compositivi per poi riproporli nelle loro opere. Ed il nome “grottesche” deriva proprio dal luogo in cui furono trovati: una grotta.
In realtà, quelle non erano grotte ma i resti sotterranei della Domus Aurea di Nerone. Ormai però la notizia di questa scoperta e il termine “grottesche” si erano già rapidamente diffusi tra gli artisti dell’epoca che abbracciarono questo particolare stile decorativo.
Le grottesche nell’arte rinascimentale
In linea con la tendenza rinascimentale di riproporre stilemi decorativi ispirati all’antichità classica, le grottesche divennero molto popolari negli ambienti colti e vennero riprodotte nei palazzi rinascimentali di nobili e papi. Caratteristici i colori accesi, le forme esili, le figure fantastiche, gli elementi naturali come le ghirlande e uno sfondo in tinta unita, spesso bianco. Il tutto disposto in perfetta simmetria.
Si diffusero da Roma a Firenze, Bologna, Siena e più tardi in Francia, Spagna e Inghilterra. Tra gli artisti dell’epoca che contribuirono alla loro affermazione ricordiamo il Pinturicchio, Botticelli, Filippino Lippi e, soprattutto, Raffaello e la sua bottega.
Le loro opere si trasformarono dando spazio anche ad interpretazioni dei soggetti classici delle grottesche, inserendo nuovi elementi ispirati soprattutto al mondo animale e vegetale. Inoltre, cominciarono ad utilizzarle non più solo per dipinti di volte e pareti, ma anche per impreziosire mobili, suppellettili, infissi e tessuti per arredamento: arazzi, tendaggi e tappezzerie.
Dagli affreschi ai motivi in stile barocco per tessuti
Dallo stile barocco a quello neoclassico, fino all’epoca vittoriana: le decorazioni a grottesche rimasero popolari fino all’Ottocento, seguendo però i canoni delle diverse correnti artistiche.
Il nostro motivo “Grottesche”, che riprende questo tema, risale alla fine dell’Ottocento, epoca in cui erano molto in voga le combinazioni di stili diversi. Riproduce infatti elementi del XVI, XVII e XVIII secolo.
Cinquecentesche sono le sfingi, le donne alate e la testa collocata tra queste ultime che presenta sulla sua sommità un ornamento a forma di conchiglia, tipico dello stile Rocaille.
In stile Barocco sono il baldacchino al di sopra della rocaille e le mensole su cui poggiano le sfingi: infatti sono ripresi dall’architettura barocca le loro volute, le linee curve e la struttura elaborata.
Non solo, anche il Rococò è presente, negli elementi naturalistici quali l’opulenta composizione di fiori nella coppa e le ghirlande.
Abbiamo scelto questo motivo per alcuni dei nostri tessuti: velluto soprarizzo, velluto multicolore, damasco e broccatello.
Nel velluto soprarizzo Grottesche, la grande ricchezza di forme e dettagli è realizzata con un telaio manuale per quello che è il più complesso e prezioso dei nostri velluti. Una complessità che è diventata una sfida per eseguire un tessuto altrettanto prestigioso e con un motivo simile, scelto per far parte degli arredi del Cremlino.
Velluto soprarizzo Grottesche
Velluto Grottesche – verde oro
Damasco Grottesche Craquelé – blu argento
Broccatello Grottesche – rosso antico
Foto di copertina: Velluto Grottesche nel colore Petrolio