Uno spazio con la vocazione di rappresentanza
I Magistrati del Piovego, ovvero del pubblico, si occupavano sia di amministrare i beni pubblici quali le acque, i canali, i terreni, le vie di comunicazione, ma anche di estenderli, attraverso il rilascio ai privati di permessi di bonifica delle aree demaniali per edificarle. Per lo sviluppo urbano di Venezia, quindi, il loro ruolo fu di grande rilievo, sottolineato anche dall’ubicazione e dalla maestosità dello spazio destinato ai loro uffici: la Sala del Piovego.
Situata al piano delle logge di Palazzo Ducale, la grande sala ha forma irregolare, simil-rettangolare e quattro colonne di marmo greco l’attraversano centralmente. Uno dei lati più lunghi è rivolto verso il cortile interno di Palazzo Ducale, mentre il lato opposto è quello di maggior impatto scenografico perché si affaccia su quella maestosa platea acquea che è il bacino di San Marco. La sua importanza fu evidenziata dal portale che il Palladio vi costruì verso la metà del ‘500, quando venne chiamato per riorganizzare gli spazi della Sala del Piovego con lo scopo di scollegarla dalla funzione amministrativa svolta fino a quel momento, e riadattarla ad un ruolo forse ancor più importante, quello rappresentativo.
Secoli di storia nella Sala del Piovego
La funzione di alta rappresentanza di questa sala aveva forse il suo apice in occasione della morte del doge. Il suo corpo, imbalsamato e avvolto in un mantello d’oro, veniva esposto al pubblico nella sala per tre giorni, prima dei funerali ufficiali. Durante questi giorni di lutto, alcuni tra i più eminenti nobili che presenziavano nella camera ardente, indossavano vesti di colore rosso scarlatto, come le più alte cariche di governo, a significare che la morte del doge non impediva alla repubblica di continuare ad esercitare tutte le sue funzioni.
Inoltre, nella Sala del Piovego, si svolgeva una consuetudine dall’apparente tono scherzoso, ma densa di significato politico. Il giovedì grasso venivano posti al suo interno dei modellini in legno raffiguranti dei piccoli castelli che volevano ricordare i fortilizi del Friuli. Il doge e i suoi consiglieri in quel giorno li abbattevano a colpi di mazza, a ricordo della vittoria e dell’umiliazione che la Serenissima aveva imposto nel 1164 ai nemici friulani alleati di Barbarossa.
Nel tempo, il Palazzo Ducale e questa sala hanno visto succedersi innumerevoli eventi e persone al loro interno: sede amministrativa dopo la caduta della Serenissima, poi Tribunale d’appello, poi Biblioteca Marciana. Infine, agli inizi del ‘900, il complesso è stato affidato al Comune di Venezia ed è oggi sede di uno splendido museo mentre la Sala del Piovego è tuttora una prestigiosa sede di rappresentanza e spazio ambito per conferenze e mostre.
Anche la nostra Tessitura è stata ospite di questa sala nel 2004 con una mostra intitolata “Il genio della tradizione. Otto secoli di velluti a Venezia: La Tessitura Bevilacqua”. Un evento che ha permesso ai visitatori di ripercorrere la nostra storia attraverso 80 tessuti esposti, parte del nostro archivio storico, ma soprattutto di vivere l’esperienza della tessitura a mano, grazie alla presenza di uno dei nostri antichi telai. Ma di questo vi parleremo presto in un nuovo articolo.
Sala del Piovego – portale e finestroni della facciata palladiana
Copyright foto Sala del Piovego: Antonio Foscari ("Saggi e memorie di storia dell'arte")