Qual è il futuro dell’arte e dell’artigianato veneziano? Se l’è chiesto l’artista visivo Elio Ticca, partecipando al Premio Arte Laguna. La sua risposta è l’opera che si è aggiudicata il Premio per quest’anno: un progetto che unisce storia, innovazione e il patrimonio artistico veneziano. Da qualche giorno lo potete vedere appeso alla nostra facciata sul Canal Grande, qui vi spieghiamo com’è nato e qual è il suo significato.
Finestre Veneziane: l’opera che celebra il gotico a Venezia (e non solo)
In occasione del 13° Premio Arte Laguna, Elio Ticca (Nuoro, 1988) si è aggiudicato uno dei premi “Business for art” utilizzando uno dei nostri velluti. La sua creazione unisce una tecnica di lavorazione modernissima, il taglio al laser, e uno dei tessuti per arredo più antichi della tradizione veneziana. Più precisamente, l’installazione impiega un velluto Unito color verde Veronese, in netto contrasto rispetto alla facciata del palazzo e con un richiamo al cromatismo del periodo più florido della pittura rinascimentale veneziana.
Storia e contemporaneità, dunque, s’incontrano in quest’opera. Ma l’artista vi ha inserito un altro aspetto di Venezia: le finestre. Di questi tratta ampiamente lo storico dell’arte John Ruskin nel suo libro Le pietre di Venezia (1853), dove analizza nei minimi dettagli le architetture veneziane, esaltandone la bellezza e guardando con amarezza alla loro fragilità.
Usando gli indirizzi forniti dallo stesso Ruskin, Elio Ticca è quindi riuscito a rintracciare i diversi stili delle finestre di Venezia e a riprodurli su stoffa. A quelle elencate dallo storico dell’arte un paio di secoli fa ha però aggiunto qualche finestra moderna, individuata sull’Isola della Giudecca.
Ma qual è il significato di questo lavoro? Perché l’artista ha scelto proprio le finestre per rappresentare la storia della nostra azienda e quella della città?
Un’opera per rappresentare passato e futuro dell’arte e dell’artigianato veneziani
Come ha spiegato lo stesso Elio Ticca, il progetto vuole unire tradizione e innovazione, storia e arte moderna: la Tessitura Bevilacqua continua una tradizione secolare nella produzione dei velluti. Ma la sopravvivenza di questa tradizione è legata indissolubilmente alla capacità di innovare colori, disegni e impieghi di questi tessuti, soddisfacendo gusti ed esigenze sempre nuovi.
E la posizione? Perché collocare un’opera di questo tipo proprio sulla facciata del nostro palazzo che dà sul Canal Grande?
I motivi sono due, uno storico e l’altro simbolico:
- in alcuni dipinti di pittori veneziani del XV secolo, come Vittore Carpaccio e Giovanni Mansueti, si possono intravedere tessuti preziosi appesi alle finestre dei palazzi;
- per un tessuto, essere esposto all’esterno significa subire l’azione di tutti gli agenti atmosferici, trasformandosi con il passare dei giorni, proprio come Venezia, che deve trovare il modo di preservare il proprio patrimonio artistico dallo scorrere del tempo.
All’installazione principale, collocata all’esterno e quindi in continua trasformazione, se ne affianca inoltre una seconda, di dimensioni ridotte, collocata all’interno della Tessitura. Questa seconda opera raffigura anch’essa le finestre della città, per la precisione 801, il numero di persone che hanno lasciato Venezia tra il 2018 e il 2019: non essendo soggetta a vento, pioggia e sole resterà quindi come perenne memoria non solo di questa collaborazione, ma anche del ponte tra passato e futuro sul quale Venezia si colloca.
Giovanni Mansueti, “Il Miracolo della Croce a San Lio” (1494 ca.)
La versatile installazione site-specific di Elio Ticca mette in luce la tradizione dei pregiati tessuti veneziani attraverso una profonda unione tra la materia prima e le nuove tecnologie, portando avanti l’antichissima tradizione tessile della Serenissima. L’opera Finestre Veneziane rimarrà in mostra sulla facciata del palazzo di Bevilacqua sul Canal Grande dal 8 maggio al 22 novembre.