Per parlare della produzione di velluti per arredamento con motivo “a giardino” dobbiamo spostarci da Venezia a Genova: è qui che sono nati questi tessuti coloratissimi, approdati però in seguito anche nella città lagunare e nella nostra Tessitura.
Ma perché questi velluti così spettacolari sono nati proprio a Genova e solo nel Seicento?
La storia dei velluti a giardino: tessuti complessi e amatissimi
Comparsi nel Seicento, i velluti “a giardino” hanno riscosso un grande successo nelle dimore dei nobili fino all’Ottocento, grazie alla loro raffinatezza e ricchezza di dettagli. Sono infatti un vero e proprio tappeto di fiori di colori diversi, di solito su fondo chiaro, accompagnati da foglie e rami ondulati. Questi disegni, solitamente di grandi dimensioni, sono disposti simmetricamente su tutta la larghezza del tessuto.
La destinazione d’uso specifica dei tessuti si era venuta precisando a partire dalla seconda metà del Cinquecento. I tessuti per abbigliamento seguivano le mode del tempo ed erano caratterizzati da motivi ornamentali di dimensioni più piccole. Le sete per arredamento erano sempre più presenti negli interni, fino a diventare la più importante e costosa decorazione stabile degli ambienti. In particolare i velluti, grazie alle loro caratteristiche di solidità, durata e pregio, manifestavano con il loro splendore, colori e motivi, la ricchezza e il potere del proprietario.
Caratterizzati dalla magnificenza dei decori, i velluti “a giardino” si imposero arricchendosi di disegni sempre più ampi, che rispecchiavano il gusto Barocco che si andava diffondendo. Il desiderio di stupire si rifletteva nelle decorazioni floreali, ricche di elementi vegetali i cui intrecci erano resi sempre più vorticosi dai tessitori. I fiori si arricchivano di dettagli per renderli il più vicini possibile alla realtà, così come di molteplici, splendidi colori.
La produzione di velluti policromi
Il motivo per cui i velluti policromi “a giardino” si sono diffusi solo a partire dal Seicento risiede nella complessità della loro realizzazione. Ogni colore richiede una serie aggiuntiva di fili di pelo e, soprattutto nella tipologia soprarizzo, il tessitore doveva saper accostare tutti i colori in modo armonioso e avere ben presente come sarebbero risultati una volta tagliati, dal momento che il velluto tagliato è più scuro di quello riccio. Le stesse difficoltà le incontriamo ancora oggi quando prepariamo il telaio per tessere un velluto come il Soprarizzo Giardino Antico, perché anche il nostro direttore tecnico deve studiare con cura l’accostamento dei colori e le loro sfumature, e le nostre tessitrici collocare pazientemente centinaia di rocchetti di filo sul telaio.
Inoltre, la produzione di tessuti così variopinti richiedeva un’enorme quantità di risorse: filati di seta e, soprattutto, tempo. Per realizzare queste stoffe servivano due persone all’opera sul telaio: un tessitore che si occupava della trama e un aiutante che azionava le leve per creare il disegno.
Queste difficoltà spiegano perché i velluti policromi, conosciuti in Oriente fin dal XIII secolo, nel Quattrocento erano prodotti solo dalle manifatture più altamente specializzate, soprattutto Venezia e Firenze.
La tessitura genovese
Per quanto riguarda in particolare i velluti policromi “a giardino”, avvenne che nel Seicento, a Genova, si svilupparono delle innovazioni tecniche nei telai che resero il lavoro un po’ più semplice e veloce e che portarono, nell’Ottocento, all’invenzione del telaio Jacquard. Queste innovazioni permisero un aumento della produzione di questi tessuti complessi.
Inoltre, in quel periodo, la qualità della tessitura e della tintura dei filati di Genova avevano raggiunto altissimi livelli, imponendosi a livello mondiale. Per questa ragione, Genova è stata identificata come la patria dei velluti a giardino.
I velluti “a giardino” si diffusero così in tutta Europa, nei palazzi nobiliari e nelle chiese. Di pari passo con l’espandersi della sua produzione anche nei principali centri di realizzazione dei velluti, tra cui anche Venezia, diventando il tessuto più amato per la decorazione di interni lussuosi dell’epoca Barocca.
I velluti “a giardino” Bevilacqua da arredamento e non solo
I velluti floreali non hanno perso il loro fascino nemmeno oggi, per questo continuano a far parte del nostro catalogo, con colori e disegni sempre nuovi, anche nella tipologia più preziosa, il soprarizzo, e vengono utilizzati per accessori di moda e d’arredo, come quelli che potete vedere di seguito.
Velluti soprarizzo “a giardino”
Il velluto soprarizzo Giardino Antico è un tessuto in seta di altissima qualità, fatto a mano utilizzando telai del ‘700. Il suo design presenta un classico motivo a giardino, ricco di dettagli colorati, elementi vegetali e fiori stilizzati.
Giardino Fioroni è un pregiato velluto soprarizzo di seta, realizzato a mano su telai del ‘700. Presenta un esclusivo disegno barocco che raffigura boccioli di rosa, tulipani, campanule e gelsomini.
Il velluto soprarizzo Giardinetto, realizzato a mano su telai del ‘700, presenta un intricato disegno settecentesco di piccoli fiori, steli e foglie. Questo tessuto unico è stato utilizzato per l’arredamento del lussuoso transatlantico Conte di Savoia nel 1930.
Il velluto soprarizzo Piovego, realizzato a mano su telai del ‘700, presenta un disegno con grandi foglie d’acanto arricciate e fiori di cardo e tulipani, un esempio di arte tessile di altissima qualità.
Velluti multicolore “a giardino”
Alcuni velluti, come il Fioroni velluto multicolore, il Giardinetto velluto multicolore e il Giardino Antico velluto multicolore, vengono prodotti anche nella versione meccanica, sempre di altissima qualità e in diverse varianti colore. A questi, si aggiungono anche il Fresie velluto multicolore e il Palermo velluto multicolore.
Realizzati nei velluti “a giardino”, potete trovare anche alcune borse della nostra collezione, come la Luna Hobo Bag in velluto Fresie, e splendidi cuscini decorativi, come il cuscino velluto Giardino Antico, per rendere unici gli ambienti della vostra casa.
Foto di copertina: velluto soprarizzo Fioroni realizzato a mano