Nel 2019 ricorre un anniversario importante per il mondo dell’architettura e del design: il centenario della fondazione del Bauhaus, la scuola tedesca che, nella sua breve esistenza, ha segnato per sempre la storia dell’arte e dell’architettura in Europa, ma anche in America. E ha ispirato anche uno dei nostri velluti a mano, Metropolis.
Perché il Bauhaus ha scritto la storia
Fondata nel 1919 a Weimar da Walter Gropius, la Staatliches Bauhaus era una scuola di architettura, arte e design che aveva come principale obiettivo l’unione di arte, artigianato, tecnologia e produzione in serie. Come scriveva Gropius stesso nell’aprile del 1919, noi “architetti, scultori e pittori dobbiamo tutti tornare all’artigianato”.
I maestri del Bauhaus erano infatti sia artisti che artigiani, provenienti da tutto il mondo, e alcuni di essi vantavano un’indubbia fama – solo per citarne due, Wassily Kandinsky e Paul Klee. I direttori stessi erano architetti molto noti: Walter Gropius l’ha guidata dal 1919 al 1928; Hannes Meyer dal 1928 al 1930; Ludwig Mies van der Rohe dal 1930 al 1933.
Non è un caso che il Bauhaus sia nato proprio nella città di Weimar: dopo la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale, è qui che è stata redatta la nuova costituzione, repubblicana e democratica, del Paese, che diede vita ad un clima di libertà politica e crescita culturale ed artistica. Nel 1925, però, la scuola dovette trasferirsi a Dessau e nel 1932 a Berlino. Qui la sua vita fu ancora più breve: nel 1933 Mies van der Rohe e gli altri insegnanti decisero di chiuderla definitivamente a causa delle difficoltà economiche e dei limiti imposti dal partito nazionalsocialista.
L’avvento del nazismo spinse molti degli insegnanti del Bauhaus ad emigrare negli Stati Uniti: qui, le innovazioni del design proposte dalla scuola, improntate a razionalismo e funzionalismo, e l’idea di unificare arte, artigianato e tecnologia sono potute sopravvivere, influenzando poi la didattica di tutto l’Occidente.
Metropolis, il velluto a mano con disegno moderno
Questo stile dalle forme essenziali e che guarda con occhio positivo alla tecnologia ha ispirato anche uno dei nostri velluti a mano, Metropolis, che deve il suo nome alle città moderne e funzionali pensate dagli architetti del Bauhaus.
Ne trovate un esempio in un’opera che porta lo stesso nome del nostro velluto, realizzata da uno degli studenti del Bauhaus, Paul Citroen, tra il 1920 e il 1924: si tratta di una serie di fotomontaggi che raffigurano la città del futuro, con i suoi grattacieli, case e strade che si sormontano.
Le linee precise di questa città moderna sono quelle che compaiono anche sul velluto a mano Metropolis, e che riprendono le architetture in stile Bauhaus, la cui forma, prima di tutto, è dettata dalla funzione che l’edificio dovrà svolgere.