Il velluto di seta è un tessuto unico, morbido e lucente, che ha trovato a Venezia uno dei principali centri di produzione, grazie ai suoi intensi scambi commerciali con l’Oriente. Si stima che nel XVI secolo la città ospitasse almeno 6000 telai dedicati alla produzione del celebre velluto veneziano. La Tessitura Luigi Bevilacqua continua questa tradizione di altissima qualità e unicità, producendo ancora oggi velluti di seta con antichi telai e utilizzando le stesse tecniche artigianali di un tempo.

In questo articolo vi raccontiamo la storia di questo pregiato tessuto, per aiutarvi a conoscerlo meglio e a distinguerlo: dalle origini della seta in Italia, alla sua lavorazione, fino ai diversi tipi di velluto in base ai filati impiegati nella sua composizione.

Origini della seta in Italia

Attorno al 2700 a.C., i bachi da seta venivano allevati esclusivamente in Cina, dove nacque l’industria serica. Non è del tutto chiaro come la seta arrivò in Europa, ma sembra che nel 53 a.C. i Romani entrarono in contatto con questo materiale prezioso, a loro sconosciuto, durante la battaglia di Carre (l’odierna Harran in Turchia). In quell’occasione si scontrarono con i Parti (abitanti dell’antica Siria), che brandivano stendardi di seta.

Da quel momento Roma iniziò ad importare seta dalla Cina lungo la Via della Seta, non acquistandola direttamente dai Seri (i cinesi), ma tramite intermediari appartenenti ad altri popoli. Tuttavia, l’origine e il processo di lavorazione della seta restavano avvolti nel mistero. Plinio il Vecchio, nel suo trattato Naturalis Historia, la descrive come lanicium silvarum, ossia “filato delle foreste”, ritenendo che fosse ricavata dalle piante.

Produzione di velluti in seta a Venezia

L’imperatore Giustiniano inviò due monaci in missione segreta in Cina per svelare i segreti della seta. Questi fecero ritorno in patria portando con sé dei bachi da seta, segnando così l’inizio della produzione serica in Europa, anche se le importazioni dall’Oriente continuarono.

Marco Polo (1254-1324) fu uno dei primi occidentali a raggiungere la Cina percorrendo la Via della Seta, una rete intricata di percorsi che collegava l’Asia Orientale, in particolare la Cina, al Medio Oriente e all’Europa. Dai suoi viaggi, riportò a Venezia spezie, manufatti preziosi e, soprattutto, tessuti: furono proprio i pregiati tessuti di seta a contribuire alla fortuna dei mercanti veneziani, così come di quelli di Firenze, Genova e Lucca.

Nel XVI secolo, Venezia divenne un centro di eccellenza nella produzione di velluti di seta, segnando l’apice dell’arte serica in Italia. La famiglia Bevilacqua, già attivamente coinvolta nell’arte tessile sin dal 1499, contribuì allo sviluppo di questa tradizione, anche se la Tessitura Luigi Bevilacqua fu ufficialmente fondata solo nel 1875. L’azienda si insediò in un palazzo lungo la Fondamenta San Lorenzo, che in passato ospitava la Scuola della Seta della Serenissima, abbandonata all’inizio del secolo a causa del decreto napoleonico del 1806, che sancì la chiusura di ogni corporazione artigiana di Venezia.

Le caratteristiche del velluto di seta

L’elemento che contraddistingue i velluti da tutti gli altri tessuti è il pelo, quella superficie soffice che solletica le mani non appena la si sfiora. Sono i filati scelti per questo, a determinare le caratteristiche di lucentezza e morbidezza del velluto finale.

I velluti hanno almeno due orditi ed una trama. Il primo ordito, quello di fondo, serve per formare la base del tessuto, intrecciandosi con la trama. Nei telai manuali, i fili che lo formano sono arrotolati attorno al subbio, il grosso cilindro posto all’estremità della struttura lignea.

L’altro ordito è l’ordito di pelo: sono i suoi fili ad avvolgersi attorno ai ferri per formare il velluto riccio, oppure essere tagliati per dare vita al velluto tagliato. Questi fili provengono dai rocchetti collocati sulla cantra, l’intelaiatura posta sotto al telaio.

Quando parliamo di velluto “di seta”, indichiamo il filato utilizzato per l’ordito di pelo. Come nei nostri velluti a mano, questo è in pura seta. Per esempio, la composizione di un velluto come il soprarizzo Giardino Fioroni, è 100% seta, sia per il pelo che per il fondo. Per la trama o l’ordito di fondo, possono venire utilizzati anche cotone e lino per ottenere maggiore resistenza. Il lino è utile per rendere la trama più rigida, migliorandone la resa e la durabilità quando si tratta di velluto per l’arredamento, come ad esempio nei velluti animalier Leopardo, Tigre e Zebra. La composizione di questi tessuti è, infatti, 100% seta per il pelo, mentre il fondo è formato per il 70% da seta e il 30% di cotone.

Produzione del velluto soprarizzo Giardino Fioroni

Velluto tagliato manuale Leopardo

Velluto tagliato manuale Tigre

Velluto tagliato manuale Zebra

Le caratteristiche dei diversi tipi di velluto

Per creare un velluto è comunque possibile utilizzare per il pelo altre fibre tessili oltre alla seta, ognuna delle quali dà particolari risultati.

  • Seta: è il filato con cui si producono i velluti più pregiati, perché in grado di conferire loro una superficie brillante e permette drappeggi molto morbidi.
  • Viscosa: è estremamente lucente, quindi dà al velluto un tocco in più di luminosità.
  • Lino: conferisce al velluto un aspetto più opaco. Questa fibra ha però il vantaggio di assorbire molto bene la tintura, quindi i colori appaiono più intensi.
  • Cotone: dona al velluto una brillantezza più contenuta, ma ha il pregio di essere molto resistente. Il pelo, però, è più corto rispetto al velluto di seta.

A volte il pelo può combinare fibre tessili diverse, perciò distinguere i tipi di velluto non è sempre facile. Nei nostri tessuti, però, questo avviene soltanto nella trama o nell’ordito di fondo.

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